Si tratta di preparati a base di derivati del cortisone che, assunti regolarmente, mantengono le vie respiratorie libere e ben funzionanti, prevenendo i fenomeni infiammatori che danneggerebbero le strutture dei bronchi.
Queste terapie, se assunte correttamente, hanno modificato le prospettive dei tanti bronchitici cronici, evitando conseguenze sfavorevoli sull’evoluzione della malattia.
Abbandonare questa terapia sarebbe molto pericoloso. Lo dimostra anche uno studio di ricercatori inglesi, che hanno provato a sospendere questa terapia in un gruppo di pazienti gestiti dal loro medico di famiglia.
Ne è risultato che la sospensione aumenta concretamente il rischio di recidive e peggiora i sintomi: in altri termini fa stare peggio e accelera l’evoluzione della malattia.
Nella gestione/prevenzione della malattia si ammette oggi anche l’importante ruolo della nutrizione. Il bronchitico cronico è infatti ipercatabolico: ha un elevato fabbisogno di proteine ed è sottoposto a continuo stress ossidativo, indotto dalle infiammazioni ripetute e dalla comune condizione di fumatore, anche passata.
Ha bisogno di un’alimentazione ricca in proteine, vitamine e sali minerali, e spesso questa necessità non viene soddisfatta: il bronchitico cronico difetta sovente di massa magra, pur con un IMC (Indice di Massa Corporea) normale. Dovrebbe quindi privilegiare le proteine ad alto valore biologico, nonché controllare l’assunzione per evitare l’aumento di massa grassa.
La supplementazione nutrizionale è particolarmente indicata: in farmacia sono disponibili supplementi ipercalorici e iperproteici, arricchiti in vitamine e antiossidanti (Respifor).
Fonti
– Choudhury AB et al: Withdrawal of inhaled corticosteroids in people with COPD in primary care: a randomised controlled trial. Respiratory Research 27 dicembre 2007.
