Si tratta di un disturbo persistente, ma non progressivo, della postura e del movimento dovuto ad alterazioni della funzione cerebrale infantile prima che il sistema nervoso centrale abbia completato il suo sviluppo1.
I disturbi motori della PCI sono spesso accompagnati da manifestazioni cliniche: deficit sensoriali, comportamentali, della comunicazione, cognitivi, epilessia e problemi secondari di tipo muscolo scheletrico1.
Il rischio di PCI è alto nei neonati prematuri, oltre che nei bambini nati a termine ma con peso molto basso alla nascita e nei parti gemellari2.
Consigli nutrizionali
Un recente studio ha cercato di valutare i problemi nutrizionali in un gruppo di 271 bambini con neurodisabilità riscontrando che: l’89% dei bambini aveva bisogno di aiuto nell’alimentarsi, il 56% aveva episodi di soffocamento da cibo e il 28% necessitava di più di 3 ore al giorno per alimentarsi (3).
I pazienti pediatrici possono essere alimentati per via orale oppure necessitare della nutrizione enterale per sonda.
Spesso questi pazienti manifestano difficoltà di deglutizione (disfagia) e sono più a rischio di malnutrizione e quindi potrebbero essere sottopeso e richiedere un maggiore apporto nutrizionale e/o calorico.
Per questi motivi l’alimentazione riveste un ruolo altamente sinergico rispetto al percorso riabilitativo dei pazienti. L’obiettivo della nutrizione è fornire un adeguato apporto di calorie e di nutrienti allo scopo di promuovere uno sviluppo ed una crescita corretti.
Bibliografia
- A. Colver et al., Lancet 2014; 383: 1240–49.
2. M. Oskoui et al., Developmental Medicine & Child Neurology 2013, 55: 509–519.
3. Sullivan P.B. et al., Developmental Medicine & Child Neurology 2013, 55: 509–519.