Si tratta di un processo degenerativo dell’articolazione che può arrivare a causare gravi limitazioni nel movimento.
- Consumo della cartilagine. La funzione della cartilagine è quella di rendere scorrevoli le superfici ossee che partecipano alle articolazioni, minimizzando gli attriti durante i movimenti.L’artrosi, tipica dell’età senile, ha come caratteristica il consumo delle cartilagini articolari. In particolare, nella coxartrosi, le cartilagini colpite sono quelle della testa del femore e della cavità dove questa si articola, detta acetabolo.
- Dolore cronico. L’usura cartilaginea, in una prima fase, può portare a dolore cronico dell’anca riducendo la fluidità dei movimenti.Dall’anca il dolore può irradiarsi fino all’inguine e al ginocchio. Le fitte sono più forti all’inizio dei movimenti per regredire man mano che l’articolazione “si scalda” : tipicamente il dolore scompare quando ci si ferma.
- Formazione di speroni di tessuto osseo. Quando il rivestimento cartilagineo si assottiglia al punto da esporre l’osso sottostante, quest’ultimo reagisce addensandosi e producendo speroni ossei, detti osteofiti. L’infiammazione che ne deriva può determinare nella persona ulteriore dolore all’anca.
- Difficoltà di movimento. Quando il rivestimento articolare, composto anche da cartilagine, s’ispessisce può arrivare al punto da rendere difficoltoso il movimento: in questa fase il dolore all’anca aumenta sempre di più.
- Limitazioni articolari. Nelle fasi più avanzate il rivestimento articolare diventa talmente spesso da provocare un accorciamento dei muscoli coinvolti nell’articolazione: questo può portare a limitazioni articolari e gravi deformità. In questa fase il movimento è compromesso e quindi l’autonomia della persona.
Trattamenti
I trattamenti possibili della coxartrosi sono:
- GINNASTICA MIRATA, nei casi non ancora avanzati e sotto specifica indicazione medica;
- PROTESI D’ANCA, spesso con sostituzione totale dell’articolazione.
In quest’ultimo caso, come per l’intervento dopo una frattura di femore, saranno necessari dai tre ai sei mesi di riabilitazione per il recupero della funzionalità residua.
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