Per l’anziano in salute il rischio della malnutrizione

L’anziano ha bisogno di nutrirsi in modo completo e adeguato: non è giustificato un certo grado di trascuratezza alimentare alla quale talvolta l’anziano stesso si abbandona.

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Sta di fatto che nella popolazione anziana la malnutrizione è un problema piuttosto diffuso.

Con l’invecchiamento cambia la composizione corporea e si modificano diversi fattori che condizionano la normale nutrizione: ci possono essere problemi di masticazione e di deglutizione, l’appetito si riduce, come pure l’olfatto e il gusto, che tanta parte hanno nel piacere di mangiare. La digestione inoltre diventa più lenta e laboriosa, senza contare i vari problemi pratici che gravano su molti anziani, pur in ottima salute, ma che rinunciano a cucinare per stanchezza, per svogliatezza o per l’impegno di andare a fare la spesa.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Modena sollecita i medici e altro personale che eventualmente si prende cura di queste persone a occuparsi in modo sistematico del rischio malnutrizione nell’anziano. Il metodo proposto da questi gerontologi (in un articolo pubblicato sulla rivista della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia) prevede la misurazione sistematica di alcuni semplici parametri obiettivi: il peso, la circonferenza addominale e quella del braccio. Se queste misure si riducono vuole dire che qualcosa non va: e molto spesso si tratta solo di una ridotta nutrizione, cui bisogna porre rimedio subito e facilmente.

Alcuni elementi devono comunque fare sospettare una condizione a rischio di malnutrizione, quando per esempio la persona:

  • consuma meno di due pasti al giorno;
  • mangia poca frutta e verdura;
  • beve in eccesso vino o superalcolici;
  • ha problemi di masticazione;
  • mangia spesso da solo;
  • assume diversi farmaci al giorno;
  • ha problemi nel fare la spesa.

Se ricorrono alcune di queste circostanze è opportuno aiutare l’anziano a nutrirsi meglio, ricorrendo eventualmente a integratori proteico / calorici.

Fonti

Foroni M et al: G Gerontol 2007;55:39-44.