Consigli pratici

Una persona sana riesce a mangiare, bere e, quindi, deglutire in quasi tutte le posizioni. Per chi soffre di disfagia la postura è importante, per questo è necessario trovare la migliore posizione per affrontare il pasto.

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Ovunque, ma mai indietro

Il busto deve essere eretto, la seduta deve essere a 90° gradi da qui si cerca, in collaborazione con il personale clinico, la miglior posizione per la deglutizione per renderla più efficace ed evitare che il cibo entri nelle vie aeree.

  • Il capo può essere chinato in avanti, portando il mento verso il petto e ingerire il cibo in questa posizione.
  • Il capo può essere chinato di lato, portando l’orecchio verso la spalla e deglutire tenendo questa posizione.
  • Il capo può essere ruotato di lato, guardando sopra la spalla, senza inclinare la testa, e deglutire da questa posizione.

La scelta della miglior postura è essenziale per rendere più semplice alimentarsi. Bisogna evitare che la testa si inclini all’indietro e che il collo si allunghi: sono posizioni che favoriscono il passaggio del cibo nelle vie aeree.

Mentre si mangia

Chi soffre di disfagia durante il pasto, oltre a mantenere la posizione corretta, deve mantenere la concentrazione su quello che fa. Bisogna evitare di far parlare il disfagico o di distrarlo con la televisione, la radio o la lettura. Deve mangiare con calma, prendendosi tutto il tempo che gli serve. I bocconi, inoltre, devono essere di piccole dimensioni, e chi lo controlla deve assicurarsi che abbia deglutito tra due bocconi, facendogli fare dei colpi di tosse per controllare l’eventuale presenza di cibo se necessario. Se può bere, utilizzando un apposito bicchiere a becco di flauto, bisogna sempre verificare che non ci siano residui di cibo in bocca prima di assumere liquidi.

In caso di emergenza

Nel malaugurato caso in cui un boccone vada di traverso e ostruisca le vie aeree si deve prontamente intervenire: se non si riesce a rimuovere l’ostruzione tossendo, bisogna effettuare azioni alternative per eliminare il problema. È importante non far mai alzare la testa. Si possono usare due manovre.

La prima prevede che il paziente sia in piedi con le gambe distese, si deve piegare in avanti, con il mento verso il petto, le braccia abbandonate giù e la bocca aperta. In questo modo la manovra sfrutta la forza di gravità per far espellere naturalmente il boccone o ciò che ha generato l’ostruzione. In caso di necessità si può aiutare la manovra dando colpetti tra le scapole.

La seconda è la manovra di Heimlich, che può essere effettuata anche con il paziente seduto: lo si abbraccia da dietro all’altezza dello stomaco tenendo una mano chiusa a pugno e l’altra sovrapposta a essa. A questo punto, si deve premere sulla fascia diaframmatica con un movimento verso l’alto per favorire l’espulsione del cibo. Entrambe queste manovre non devono essere effettuate in modo improvvisato, ma devono essere simulate e provate prima, altrimenti potrebbero essere controproducenti. Se non si è in grado di intervenire con una di queste tecniche, mettere il paziente sdraiato su un lato, liberare con un dito avvolto da una garza la bocca dai residui di cibo e chiamare il 118.

Alla fine del pasto

Un paziente disfagico al termine del pasto deve rimanere seduto per almeno 30 minuti. Il cavo orale deve essere pulito con attenzione, per evitare che tracce di cibo possano portare a una prolificazione batterica, non solo per possibili infezioni gengivali e dentarie, ma se residui di cibo o saliva carica di batteri dovesse finire nelle vie aeree potrebbero sorgere problemi polmonari, come una polmonite ab ingestis. Lavarsi i denti è dunque fondamentale e questa operazione deve essere fatta anche con chi non è autonomo. Anche chi utilizza una dentiera deve pulirla con attenzione alla fine di ogni pasto e prima di rimetterla in bocca devono essere rimosse eventuali tracce di cibo dal cavo orale.

Polverizzare le medicine

In considerazione delle difficoltà a deglutire dei disfagici è necessario prestare particolare attenzione con i farmaci da prendere. Se è possibile ridurli in polvere – è necessario consultare prima il medico o il farmacista per avere la certezza che i principi attivi non perdano efficacia – si possono aggiungere al cibo e all’acqua gelificata e farli assumere in questa forma.

Fonti

– Il paziente disfagico: manuale per familiari e caregiver – Istituto Superiore di Sanità.

– Guida per la persona con disfagia e per la famiglia in assistenza domiciliare – Asl Pescara.