<h4>Fonti:</h4> - Il paziente disfagico: manuale per familiari e caregiver - Istituto Superiore di Sanità.- Guida per la persona con disfagia e per la famiglia in assistenza domiciliare – Asl Pescara.- Decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148 convertito con la legge n. 172/2017 (G.U. Serie generale del 5.12.2017).- Linee guida sugli Alimenti a fini medici speciali (Afm) - Ministero della salute.

<h2>Detraibili gli alimenti a fini medici speciali</h2>Negli ultimi anni tra le diverse agevolazioni in campo sanitario che sono state introdotte c’è la detraibilità&nbsp;del 19% dei&nbsp;cosiddetti Afm&nbsp;(Alimenti a fini medici speciali). Per chi soffre di disfagia c’è dunque la possibilità di far rientrare in questa categoria alcuni alimenti presenti nella sua dieta. È naturalmente necessario&nbsp;conservare tutta la documentazione fiscale&nbsp;che dovrà essere allegata alla dichiarazione dei redditi del 2018. Al momento&nbsp;non è prevista nessuna proroga&nbsp;per gli Afm acquistati nel 2019, ma è possibile che la normativa cambi.Per&nbsp;maggiori informazioni&nbsp;è sempre meglio confrontarsi con il&nbsp;personale medico, con il proprio commercialista&nbsp;o al proprio&nbsp;Caf&nbsp;(Centro di assistenza fiscale) di riferimento.

<h2>Interfacciarsi con il Sistema Sanitario Regionale</h2>In questo puzzle di norme l’unico modo per trovare una soluzione corretta è quella di rivolgersi al medico e al personale sanitario che sta seguendo il paziente. Loro sapranno, in base alla patologia principale, indirizzare e indicare quali sono i passi da seguire per avere un aiuto sia esso sotto forma di esenzioni, di materiale o di assistenza con personale specializzato.Il punto di riferimento per avere tutte le informazioni, in ogni caso, è l’Asst di competenza territoriale. Per esempio, nella situazione in cui il disfagico sia un lungodegente domestico è possibile chiedere al proprio Servizio Sanitario regionale un letto specifico, per evitare le piaghe da decubito, o dei sistemi di postura che aiutino a prendersi cura del paziente.

<h2>Parcellizzazione degli aiuti</h2>Il&nbsp;panorama della sanità&nbsp;e dell’assistenza sociale in Italia è&nbsp;estremamente frammentato. Gli attori in gioco sono molteplici, si va dai&nbsp;servizi sociali&nbsp;del comune al&nbsp;Servizio Sanitario Regionale, senza dimenticare le&nbsp;leggi&nbsp;fatte dal Parlamento e dal Governo.A favore del paziente disfagico in forma diretta non c’è praticamente nulla,&nbsp;tutto dipende dalla patologia&nbsp;che ha portato alla disfagia. Molti aspetti della&nbsp;gestione della sanità&nbsp;sono in mano alle regioni che hanno legiferato in modo indipendente, quindi può accadere che quello che vale per la Lombardia non sia attuabile in Toscana o in Puglia.

La disfagia non è una malattia a sé stante, ma si manifesta invece sempre in accompagnamento con altre patologie molto più gravi. Per tanto non esiste una normativa precisa per aiutare i caregiver che si prendono cura dei disfagici. È la patologia principale quella a cui fare riferimento per avere un aiuto da parte delle istituzioni. <h2>La disfagia non ha età</h2>Ha molte probabilità di diventare disfagico chi ha;malattie neurologiche<ul><li>ictus</li><li>tumori cerebrali</li><li>morbo di Parkinson</li><li>sclerosi laterale amiotrofica</li><li>paralisi dei nervi cranici</li><li>disartria-discinesia</li></ul> malattie organiche<ul><li>al cavo orale</li><li>alla faringe</li><li>alla laringe</li><li>all’esofago</li></ul> malformazionitumorimalattie sistemiche (es. distrofia muscolare)trauma cranicoesiti di interventi chirurgici alle strutture coinvolte nella deglutizione.Nella maggior parte dei casi il disfagico è un soggetto che ha avuto dei problemi a livello neurologico, ma possono essere afflitti da disfagia anche persone anziane per modificazione del tratto orofaringeo collegate all’età. Il quadro finale è quello di una patologia dove la generalizzazione è difficile: un lungo degente anziano, ospite in una struttura, ha esigenze diverse da un giovane che si riprende da un trauma cranico.

Normative sulla disfagia