La nutrizione artificiale a domicilio (NAD) rappresenta una modalità di assistenza domiciliare che si è progressivamente diffusa negli ultimi anni e può essere attuata o per via parenterale, utilizzando una vena per l’apporto di microelementi, o per via enterale, con l’utilizzo di sonde gastro-enteriche.
Uno studio multicentrico attuato dal gruppo di studio sulla nutrizione artificiale a domicilio dell’ ESPEN (The European Society for clinical nutrition and metabolism) evidenzia che i pazienti con l’incidenza maggiore sono quelli tra i quaranta e i sessantacinque anni e che le malattie alla base di tale tecnica nutrizionale sono quelle neurologiche e oncologiche del capo e al collo. Come principale motivazione clinica è indicata la disfagia.
Le stime registrano che dai seimila ai diecimila pazienti all’anno hanno bisogno della nutrizione artificiale.
Importante notare che la gestione del malato in nutrizione artificiale risulta delegata nel quaranta per cento dei casi ai parenti e al personale infermieristico.